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Dominus Tecum

Lettera di S.Paolo ai Filippesi I

Omelie al Capitolo della comunità per la Quaresima - 03/03/2009

Filippesi 1, 1-4

L'abate ci ha chiesto di leggere Filippesi. Cominciamo per questo la quaresima con i primi versetti di questa lettera, così bella, piena d'umanità, d'affetto che colorerà la nostra quaresima.
Paolo ci condurrà con parole sulla relazione fraterna e i sui rapporti umani, ma non dimentichiamo che per Paolo il grande rapporto umano e d'amicizia è innanzitutto con quel Gesù che canterà nel capitolo II, nel bellissimo inno che tutti conosciamo e che rimane uno dei testi basi su cui fondare la nostra fede e la nostra vita, un piccolo credo proposto come insegnamento di vita e non come semplice estratto per riassumere il contenuto della nostra fede.

1,1 Paolo e Timoteo, servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo Gesù che sono a Filippi, con i vescovi e i diaconi. 2 Grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo. 3 Ringrazio il mio Dio ogni volta ch’io mi ricordo di voi, 4 pregando sempre con gioia per voi in ogni mia preghiera,

Già nel saluto, che nelle lettere di Paolo ha sempre grande importanza, Paolo non vuole sottolineare la sua importanza e la sua autorità verso quella Chiesa. Con i Corinzi, con cui aveva un rapporto di forte amicizia, ma anche di forte conflitto, Paolo deve sottolineare che lui è l'apostolo per volontà di Dio, cioè, sottolinea la sua autorità, mentre con i filippesi non ne ha bisogno, si può fidare che le sue parole saranno accolte da discepoli fedeli e attenti.
Questa lettera, dunque si differenza dalle altre fin dall'inizio, perché non c'è la sottolineatura del mandato e della sorgente dell'autorità, cosa che è presente in tutte le altre lettere. In più, qui scrive con Timoteo, non è l'unica volta, ma associa Timoteo a sé nell'essere Servo di Cristo Gesù. Si presenta dunque non nell'autorità, ma nel servizio. Per un cristiano è la stessa cosa, ma a volte si deve sottolineare più una cosa, a volte più un'altra, sempre tenendo conto della parola di Gesù: “Voi mi chiamate Maestro e Signore eppure io sono in mezzo a voi come colui che serve”. Essere Servo di Cristo è essere servo delle sue membra e quindi come prima “conversione” di questa quaresima possiamo prendere questo: Ognuno di noi ha un mandato, una responsabilità, -ma pur sapendolo e volendolo chiaramente-, è bene ogni tanto rispolverarne il senso: tutto ciò che facciamo e per cui fatichiamo è servizio a Cristo e ai fratelli.
Vivere la quaresima nella luce di essere al servizio ci prepara al giovedì santo, per essere trovati conforme a Gesù e poterlo seguire nella sua morte obbediente.
Il primo servizio a cui Paolo pensa è la preghiera. Paolo ricorda i filippesi pregando e ha un sentimento di riconoscenza e di ringraziamento pensando a loro. Anche in questo, oltre che nel servizio possiamo trovare la luce per la quaresima: ringraziare il Signore per i fratelli che abbiamo e ricordarli nella gioia, “pregando sempre con gioia per voi”. Con il vangelo di oggi (Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Mt 6,8) questa preghiera con gioia è fatta nel segreto, sotto lo sguardo del Padre.