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Dominus Tecum

Quaresima 2013 - letture per Vigilie (4)

02/03/2013

Dalle Rivelazioni di Giuliana di Norwich*

Così io vidi che Cristo ha pietà di noi a causa del peccato; e come prima la passione di Cristo mi riempiva di dolore e di compassione, così ora mi sentii ricolma di compassione per tutti i miei fratelli cristiani, perché egli ama con pienezza di benevolenza il popolo che sarà salvato, cioè i servi di Dio. La santa Chiesa sarà scossa nel dolore, nell'angoscia e nella tribolazione in questo mondo, come si scuote un panno nell'aria; e quanto a ciò nostro Signore rispose, rivelandosi in questo modo: «Ah, una grande cosa voglio trarre da questa situazione che diventerà in cielo gloria senza fine e gioia eterna». Sì, io vidi addirittura che nostro Signore si rallegra per la tribolazione dei suoi servi con pietà e compassione; e ad ogni persona che egli vuole con amore portare nella sua felicità egli manda qualcosa che davanti ai suoi occhi non costituisce un difetto, e per la quale le persone sono umiliate e disprezzate in questo mondo, oltraggiate, prese in giro, messe da parte. E questo egli fa per impedire il danno che loro verrebbe dal fasto e dall'orgoglio e dalla vanagloria di questa misera vita, e rendere più spedita la strada che li porterà al cielo nella gioia infinita ed eterna. Poiché egli dice: «Io vi strapperò completamente dai vostri affetti vani e dal vostro orgoglio malvagio, e dopo vi radunerò e vi renderò umili e miti, puri e santi, unendovi a me».
E allora vidi che ogni compassione naturale che l'uomo ha per i suoi fratelli cristiani, unita alla carità, è Cristo in lui. Inoltre, ogni specie di annientamento che egli mostrò nella sua passione, appare nuovamente in questa sua compassione, che rivela due aspetti dell'intenzione di nostro Signore: uno è la felicità alla quale saremo portati e nella quale egli vuole che noi ci rallegriamo; l'altro è il conforto nel nostro dolore, perché egli vuole che sappiamo che tutto sarà trasformato per noi in gloria e guadagno in virtù della sua passione, e sappiamo anche che non soffriamo da soli, ma con lui, e che lo vediamo come nostro sostegno. E desidera che vediamo che tutte le sue sofferenze e tribolazioni superano di gran lunga tutto quanto noi possiamo soffrire, al punto che non possiamo averne una piena comprensione. E se consideriamo bene questa sua volontà ci salveremo dal lamentarci e dal disperarci quando proveremo dolore; e se pensiamo correttamente che è il nostro peccato a meritarci le pene, ancora il suo amore ci scusa. E per la sua grande cortesia egli elimina ogni rimprovero, e ci guarda con compassione e pietà, come bambini innocenti e senza colpa.

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Mi fermai a contemplare il tutto in uno stato di oscurità e di tristezza, dicendo nella mia mente a nostro Signore con grande spavento: «Ah, buon Signore, come può tutto essere bene nonostante il grande danno che il peccato ha causato alle tue creature?»… E a questa domanda il nostro Signore benedetto rispose con grande dolcezza e mostrandomi un volto amabilissimo, e mi rivelò che il peccato di Adamo era il peggior danno che fosse mai stato fatto o che potrebbe essere fatto sino alla fine del mondo. E mi rivelò anche che questo è chiaramente conosciuto in tutta la santa Chiesa sulla terra. Inoltre mi insegnò a contemplare la gloriosa riparazione da lui fatta, poiché questa riparazione è incomparabilmente più gradita alla beata divinità e più gloriosa per la salvezza dell'uomo di quanto non sia stato dannoso il peccato di Adamo. Questo è dunque il pensiero di nostro Signore, e noi dovremmo in tale insegnamento fare attenzione particolarmente a questo: «Dal momento che ho trasformato in bene il danno più grande, voglio che tu sappia dedurre da ciò che trasformerò in bene qualsiasi altro male, che di quello è più piccolo»…
E così il Signore rispose a tutte le domande e a tutti i dubbi che io potevo esprimere, dicendo con tono sommamente confortevole: «Posso portare ogni cosa al bene, sono in grado di portare ogni cosa al bene, porterò ogni cosa al bene, voglio portare ogni cosa al bene; e vedrai tu stessa che ogni specie di cosa sarà bene»... E in queste cinque parole Dio vuole che noi ci raccogliamo nella quiete e nella pace. E così la sete di Cristo avrà fine. Perché questa è la sete spirituale di Cristo, la brama d'amore che dura e durerà fino a che non avremo la visione di lui nel giorno del Giudizio, poiché noi che saremo salvati, e saremo la gioia e la felicità di Cristo, siamo ancora qui, e alcuni non sono ancora nati, e tanti ancora devono nascere fino a quel giorno. Perciò questa è la sua sete e il suo desiderio d'amore per noi: riunirci tutti in lui per la nostra felicità infinita, così mi sembra. Poiché ora noi non siamo ancora interamente in lui, come saremo invece allora. Poiché noi sappiamo per la nostra fede, e fu anche rivelato a tutti, che Cristo Gesù è Dio e uomo; e nella sua divinità egli è in se stesso felicità suprema, lo era fin dall'inizio e lo sarà per sempre, eterna felicità che non può essere in se stessa né elevata né diminuita... Quanto poi all'umanità di Cristo, ci è noto per fede ed è stato anche mostrato che fu con la forza della divinità che egli patì i tormenti della passione e morì, per amore, per portarci nella sua gioia. E queste sono le opere dell'umanità di Cristo, nelle quali egli si rallegra… E qui è la gioia delle opere di Cristo, e questo egli intende quando dice nella medesima rivelazione che noi siamo la sua felicità, siamo la sua ricompensa, siamo il suo onore, siamo la sua corona…Poiché quella medesima sete e brama che ebbe sull'albero della croce, desiderio, brama e sete che, secondo me, erano in lui fin dall'inizio, egli le ha ancora, e continuerà ad averle fino al momento in cui l'ultima anima da salvare sarà giunta in cielo nella sua felicità.

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Una volta il nostro buon Signore disse: «Ogni specie di cosa sarà bene»; e un'altra volta disse: «Tu stessa vedrai che ogni specie di cosa sarà bene». E in queste due espressioni l'anima colse diverse maniere di intendere. Una era questa: vuole che noi sappiamo che egli non bada solo alle cose nobili e grandi, ma anche a quelle umili e piccole, a ciò che è modesto e semplice, alle une e alle altre. E questo è il suo pensiero quando dice: «Ogni specie di cosa sarà bene». Perché egli vuole che sappiamo che anche la cosa più piccola non sarà dimenticata. Un altro significato è questo: sono tante le azioni cattive che vengono fatte davanti ai nostri occhi, e sono tanti i mali, che ci sembra del tutto impossibile che le cose possano giungere a un buon fine. E noi ci fissiamo su queste cose, fino a piangere e ad affliggerci così da non riuscire a quietarci nella beatissima contemplazione di Dio come dovremmo. E la causa è questa: che la nostra ragione è ora così cieca, così debole e così sciocca che non riusciamo a conoscere la stupenda sapienza, la potenza e la bontà della beatissima Trinità. E questo egli intende quando dice: «Tu stessa vedrai che ogni specie di cosa sarà bene»; come se dicesse: «accetta ora con fede e fiducia, e alla fine estrema tu vedrai perfettamente in pienezza di gioia».
E così nelle medesime cinque parole dette prima: «Io posso portare al bene ogni cosa», io compresi il possente conforto di tutte le opere del nostro Signore Dio che sono ancora da venire.
C'è un'opera che la beatissima Trinità farà nell'ultimo giorno, mi sembra, e quale opera sarà e come si realizzerà resta ancora ignoto a tutte le creature inferiori a Cristo, e sarà così fino a quando sarà compiuta. La bontà e l'amore del nostro Signore Dio vogliono che noi sappiamo che si compirà, e la sua potenza e la sua sapienza, per il medesimo amore, vogliono celare e nascondere ai nostri occhi cosa sarà e come si compirà. E il motivo per cui vuole che noi sappiamo questo è perché desidera che la nostra anima abbia un maggiore sollievo e rimanga in pace nell'amore, e cessi di fissare l'attenzione sulle tempeste che possono impedirci di gioire veramente in lui.
Questa è la grande opera stabilita dal nostro Signore Dio fin dall'eternità, nascosta come un tesoro nel suo petto beato, nota solo a lui, con la quale egli porterà tutte le cose al bene. Poiché, come la Trinità beata ha creato tutte le cose dal nulla, così la medesima beata Trinità trasformerà in bene tutto ciò che non è bene. E in questa visione io mi stupii grandemente, e considerai la nostra fede, con questa idea in mente: la nostra fede è fondata sulla parola di Dio, e per la nostra fede noi crediamo che la parola di Dio si realizzerà in tutte le cose.

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Quando Dio onnipotente mi ebbe mostrato con tanta generosità e abbondanza la sua bontà, io desiderai sapere se una certa creatura che amavo avrebbe continuato a vivere bene così come speravo che avesse cominciato per la grazia di Dio: e in questo desiderio particolare mi sembrò di essere di ostacolo a me stessa, perché non mi fu detto in quel momento. E allora ebbi una risposta dalla mia ragione, come da un amichevole intermediario: «Accetta tutto nel suo insieme, e considera la cortesia del tuo Signore Dio nel mostrarti la rivelazione, perché dà maggior gloria a Dio il contemplarlo in tutte le cose più che non in una particolare». Acconsentii, e quindi imparai che si dà maggior gloria a Dio quando si conoscono tutte le cose nel loro insieme che non quando si ama una cosa in particolare. E se dovessi comportarmi saggiamente dopo questo insegnamento, non dovrei rallegrarmi per una cosa in particolare, né inquietarmi per una qualsiasi cosa, perché tutto sarà bene: poiché la pienezza della gioia è contemplare Dio in tutto…
Tutto quanto nostro Signore fa è giusto, e tutto quello che egli permette torna a suo onore: e in queste due cose sono compresi il bene e il male. Poiché tutto ciò che è buono nostro Signore lo fa, e tutto ciò che è male nostro Signore lo permette. Non dico che il male torna a suo onore, ma dico che la tolleranza di nostro Signore Dio torna a suo onore, poiché questo rivela la sua eterna bontà, così come la sua meravigliosa amabilità e dolcezza appaiono in questa opera di misericordia e di grazia. La giustizia è quella cosa che è talmente buona da non poter essere migliore di quello che è, poiché Dio stesso è la vera giustizia, e tutte le sue opere sono giuste, così come sono state preordinate da sempre dalla sua suprema potenza, suprema sapienza e suprema bontà. E come egli ha preordinato tutto per il meglio, così egli opera continuamente, e guida il tutto al medesimo fine. Ed egli si compiace sempre di se stesso e di tutte le sue opere. E la contemplazione di questa beata armonia è cosa dolcissima all'anima che per grazia la vede. Tutte le anime che saranno salvate in cielo per l'eternità sono rese giuste davanti a Dio per la sua bontà, e in questa giustizia noi siamo eternamente e meravigliosamente custoditi al di sopra di ogni creatura.
E la misericordia è un'opera che viene dalla bontà di Dio, e continuerà ad operare fino a che sarà permesso al peccato di tormentare le anime giuste. E quando non sarà più permesso al peccato di tormentare, allora l'opera della misericordia cesserà. E allora tutto sarà trasformato in giustizia per rimanere in essa senza fine. Con la sua tolleranza Dio lascia che noi cadiamo; nel suo amore beato, mediante la sua potenza e la sua sapienza, egli ci custodisce, e mediante la misericordia e la grazia ci eleva a una gioia mille volte più grande. E così nella giustizia e nella misericordia egli desidera essere conosciuto e amato, ora e per sempre. E l'anima che contempla saggiamente nella grazia si trova ben appagata in ambedue, e gioisce per l'eternità.

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Il nostro Signore Dio rivelò che un'opera dovrà essere compiuta, e che lui stesso la realizzerà, e che sarà gloriosa e meravigliosa e generosa, e che la farà per riguardo a me, e lui stesso la realizzerà. E questa è la gioia più alta che l'anima abbia capito, il fatto che sarà Dio a realizzarla, e io non farò che peccare, e il mio peccato non impedirà alla sua bontà di operare…
Dio mi rammentò che io avrei peccato ancora… Anche se nostro Signore mi mostrò che io avrei peccato, in me sola sono intesi tutti. Allora fui presa da una vaga paura, e a questo nostro Signore rispose: «Io ti custodisco in tutta sicurezza». Questa parola fu detta con un amore e una forza di protezione spirituale più grandi di quanto io possa dire. Poiché come prima mi fu rivelato che avrei peccato, così mi fu mostrato pure il conforto: sicurezza di protezione per tutti i miei fratelli cristiani. Cosa può farmi amare maggiormente i miei fratelli cristiani del vedere in Dio che egli ama tutti quelli che saranno salvati come se fossero un'anima sola? Poiché in ogni anima che sarà salvata c'è una volontà buona che non acconsente né acconsentirà mai al peccato. Proprio come c'è una volontà animale nella parte inferiore che può non volere alcun bene, così c'è una volontà buona nella parte superiore, una volontà così buona che non può mai volere il male, ma sempre il bene. E perciò noi siamo quelli che egli ama, e continuamente facciamo ciò che a lui piace. E questo rivelò il nostro buon Signore nella pienezza d'amore nella quale stiamo davanti a lui: sì, che egli cioè ci ama ora, mentre siamo qui in terra, tanto quanto ci amerà quando saremo davanti al suo volto beato: è solo per mancanza d'amore da parte nostra che finiamo per essere travagliati.
E Dio mi rivelò che il peccato non sarà a vergogna dell'uomo, ma a suo onore, poiché come per ogni peccato c'è una pena corrispondente, così per ogni peccato alla medesima anima è data per amore una gioia. Come i diversi peccati sono puniti con diverse pene secondo la loro gravità, così essi saranno ricompensati con diverse gioie in cielo per le vittorie riportate sui peccati, secondo quanto essi sono stati fonte di pena e di dolore per l'anima qui sulla terra. Poiché l'anima che giunge al cielo è così preziosa agli occhi di Dio, e il luogo è così glorioso, che la bontà di Dio non permette mai che l'anima che vi deve arrivare pecchi sino alla fine… Poiché in questa visione il mio intelletto fu alzato fino al cielo; e allora Dio mi rammentò gioiosamente Davide e altri dell'Antico Testamento con lui, in numero straordinario, e nel Nuovo Testamento egli mi rammentò prima Maddalena, Pietro e Paolo… e innumerevoli altri: essi sono conosciuti nella Chiesa terrestre con i loro peccati, e questo non è a loro vergogna, ma tutto è trasformato in onore per loro. E quindi il nostro gentile Signore ci dà una rivelazione parziale qui di quello che lassù è in pienezza: perché lassù il segno del peccato è trasformato in onore.

*Giuliana di Norwich, Libro delle rivelazioni, Milano 1984, estratti dai capitoli XXVIII, XXIX, XXXI, XXXII, XXXV, XXXVI, XXXVII, XXXVIII