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A Dio, non a sé, attribuire il bene di cui ci si riconosce capaci. RB 4,42

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Monastero
Cistercense
Dominus Tecum

La storia

Un presente che nasce dal passato

 

 

La presenza dei monaci cistercensi nel Saluzzese ha radici antiche e risale agli albori stessi dell’Ordine monastico.

 La tradizione infatti ci racconta che il monastero di Staffarda, voluto dal marchese di Saluzzo Manfredo I del Vasto e fondato tra il 1122 e il 1138, abbia avuto come suo primo abate un monaco di nome Pietro, discepolo dello stesso san Bernardo. I primi monaci, giunti a Staffarda dall’abbazia del Tiglieto (abbazia nei monti appenninici che separano il Piemonte dalla Liguria) trasformarono ben presto le aree incolte e acquitrinose della zona in una fiorentissima azienda agricola il cui cuore era rappresentato dall’abbazia stessa. Per alterne vicende, nel 1750 l’abbazia dovette chiudere. Questa decisione, che sembrava decretare la fine definitiva della presenza monastica cistercense nel saluzzese, non avrebbe tuttavia impedito ai cistercensi, agli albori del terzo millennio, di tornare a riproporre in queste stesse zone la testimonianza di una vita evangelica umile e nascosta.

 

Sulla via del ritorno

La vita monastica maschile in Piemonte verso la metà del XX secolo era pressoché inesistente e nel corso degli anni ‘70 gli italiani del nord-ovest scoprivano alcuni importanti monasteri francesi che divennero meta di sempre più numerosi pellegrini che cercavano il silenzio e la preghiera. Uno di questi monasteri è l’abbazia di S. Onorato, costruita di fronte a Cannes, in Costa Azzurra, su una delle isole di Lérins. 

Questo monastero, la cui fondazione risale agli albori del monachesimo occidentale (inizi del V sec.) ebbe un ruolo importante nella storia dell’espansione del monachesimo in Occidente. L’afflusso di numerosi italiani e l’entrata di un significativo numero di essi come monaci nell’abbazia di S. Onorato  hanno rappresentato l’orizzonte all’interno del quale si è cominciato a pensare alla necessità di dar vita a una realtà monastica analoga a quella di Lérins anche in Piemonte. Questa intuizione, rafforzatasi nel tempo a seguito delle espresse richieste di ospiti italiani dell’abbazia, laici, preti o vescovi che fossero, si è concretizzata con un invito preciso fatto pervenire nel ‘86 all’abate dall’allora arcivescovo di Torino cardinal Ballestrero.

 

Pra ‘d Mill: la scoperta di una perla preziosa

Dipinto

La decisione dei monaci di Lérins di scegliere Pra ‘d Mill quale luogo dell’insediamento della nuova fondazione italiana appare tuttavia legata ad una proposta indipendente dalla richiesta avanzata dal cardinal Ballestrero. Da tempo infatti la famiglia dei Baroni d’Isola, discendenti dei Conti Malingri di Bagnolo aveva offerto all’abbazia di Lérins un terreno di sua proprietà, situato fra i comuni di Barge e di Bagnolo Piemonte, al fine di farvi nascere un monastero cistercense. Leletta d’Isola, che ne era proprietaria, aveva già da vari anni invitato i monaci di Lérins ad andare a visitare il posto, cosa che avvenne una sera del settembre ’84.  A sancire la nascita ufficiale del nuovo monastero sarà nel settembre ‘88, sul terreno di Pra ‘d Mill donato ai monaci cistercensi di Lérins dalla famiglia dei Baroni d’Isola, la celebrazione di una messa che a sorpresa raccoglierà oltre 400 persone. Leletta d'Isola ha visto così avverarsi il suo desiderio di una presenza monastica nella proprietà della sua famiglia a Pra 'd Mill. A lei, ai suoi consigli e alla sua preghiera dobbiamo in massima parte la fondazione del monastero.
 

La nascita del monastero “Dominus Tecum”: un’avventura che continua

A partire dal luglio ’95, due monaci dell’abbazia di Lerins si sono installati, cominciando in tal modo sul posto una vita monastica “regolare”. Da subito cominciarono ad arrivare richieste di giovani di entrare a far parte della comunità. Nell’autunno dello stesso anno inoltre iniziarono i lavori di restauro delle cascine situate a monte della radura di Pra ‘d Mill per disporre di una foresteria di una nuova cappella provvisoria, essendo quella del XVIII secolo troppo piccola per contenere le persone che avevano cominciato a frequentare, più o meno regolarmente, la piccola comunità.
L’ampliarsi della comunità imponeva tuttavia di accelerare i lavori: di qui il procedere dei restauri dei restanti edifici per una serie di locali (cucina, refettorio, biblioteca, celle, laboratori…) indispensabili ad una vita monastica e ad un’accoglienza orientata a custodire  un clima di silenzio, preghiera e meditazione. Infine si è sentita la necessità di costruire una vera e propria chiesa, abbastanza ampia per accogliere i fedeli sempre più numerosi.
La carta ufficiale della fondazione è stata firmata dall'Abate Nicolas (ora arcivescovo di Tours) il 25 Marzo 1998, a novecento anni alla fondazione di Citeaux (21 marzo 1098).
 

Monaci a Pra ‘d Mill: un presente che guarda lontano

Il monastero Dominus Tecum, dopo quasi venti anni di presenza in Piemonte appare ben inserito sia nel contesto ecclesiale che in quello sociale. La sfida oggi è quella di far vivere un’antica tradizione monastica, sempre valida, ma che ha dovuto in ogni tempo radicarsi nel “terreno” in cui è vissuta.
Guardando al futuro comprendiamo l’urgenza di vivere una vita davvero autentica: il rispetto ai valori ricevuti deve andare di pari passo con una attualizzazione concreta, fino al riuscire a essere noi stessi “tradizione”, cioè capaci di passare alle generazioni future dei veri valori, che aiutano a crescere, a scoprire la radicale novità del monachesimo, e non ingabbiano in forme rigide e paralizzanti. L’aver visto nascere e crescere il monastero, che ha ormai già un volto preciso, ci dona entusiasmo per avanzare. Ciò che desideriamo tuttavia non è null’altro che vivere integralmente la vita cistercense. Un ideale che non sopporta copiature senza vita, ma richiede invece fantasia, coraggio, audacia e soprattutto una grande umiltà nel riconoscere la nostra fragilità e nel lasciare che il vero costruttore del nuovo monastero sia esclusivamente il Signore.