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Che cosa vi è di più dolce per noi, fratelli carissimi, di questa voce del Signore che ci invita? Ecco, il Signore, nella sua bontà, ci mostra il cammino della vita. RB, Prol 19-20

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Cistercense
Dominus Tecum

Betania dei cercatori

Progetto per giovani in cerca di un senso alla vita - 16/12/2024

Motivazione

I giovani che abbandonano la Chiesa, la comunità cristiana e le sue proposte pastorali sono sempre più numerosi. Le statistiche riguardanti gli ultimi anni sono impietose[1]: se nel 2013 i giovani che si sono dichiarati cristiani erano il 56,4%, nel 2023 sono diventati il 32%. Chi prende le distanze dalla Chiesa non passa ad una condizione di incredulità, ma spesso conserva dentro di sé una domanda forte di spiritualità, di una fede che resta solitaria, dopo l’abbandono della comunità cristiana. Stati d’animo di disagio, che sono segnalati da forme varie di sofferenza, inquietudini e smarrimento caratterizzano la situazione esistenziale di molti giovani. Hanno molte domande: sul senso della vita, sulla morte, sul dolore, sul male, sul futuro… domande importanti che non sanno dove portare, dopo che hanno abbandonato i contesti ecclesiali e non trovano altro luogo in cui i loro interrogativi possano essere condivisi e incontrare qualcuno che li ascolti, che si accompagni a loro in percorsi di ricerca che spesso sono anche dolorosi.

Betania dei cercatori vuole essere una risposta a questa situazione. Un modo, per il Monastero, di dare realizzazione all’idea di essere, anche nella vita monastica, ‘Chiesa in uscita’.

 

Destinatari

Giovani dai 18 ai 30 anni, credenti e non credenti, che abbiano dentro di sé una domanda aperta, da condividere con altri giovani in un contesto di fraternità e di ricerca.

 

Obiettivi

-  Offrire ai partecipanti un contesto di silenzio, di amicizia, di dialogo in cui affrontare le grandi questioni esistenziali

-  Far sperimentare ai giovani l’interazione, sul piano formativo, di riflessione, ascolto, lavoro manuale

-  Sollecitare la corresponsabilità dei partecipanti attraverso l’autogestione della casa

-  Aprire con i partecipanti dialoghi con figure adulte significative e con la comunità monastica che, pur in una certa distanza, trovi momenti di incontro e di dialogo con i giovani

 

Caratteristiche dell’esperienza

Betania non è Gerusalemme: non è il luogo della predicazione con le parole, ma della predicazione con gli affetti, con i gesti di cura. Betania può essere territorio di frontiera, un approdo che appare raggiungibile anche a chi ha pregiudizi sulla Chiesa e non accetterebbe mai di “fare vita da monastero”.

L’esperienza si muove, laicalmente, secondo le caratteristiche dell’ospitalità monastica: silenzio, lavoro manuale, esperienza di fraternità, durata dell’esperienza definita dalle esigenze e dell’ospite

-  La casa è gestita da una coppia di amici del Monastero, con una robusta esperienza di educatori alle spalle; i monaci garantiscono una presenza discreta, soprattutto nei momenti informale, e sono sempre disponibili al colloquio

-  Il tempo di ogni giornata è scandito dal lavoro manuale (riordino, piccoli lavori per migliorare la casa, giardinaggio…) al mattino, dalla riflessione nel pomeriggio. Vi è un tema che tocca le domande esistenziali dei giovani e che viene affrontato attraverso incontri con testimoni che abbiano opinioni, esperienze, studi utili alla ricerca comune. La sera, per chi lo desidera, è prevista la partecipazione alla preghiera di compieta presso il Monastero.

-  L’indagine parte dalle domande di senso comuni a tutti gli esseri umani, si serve dell’arte e della letteratura per andare nel profondo. Approda infine, per chi lo chiede, alla Parola.

-  Il tempo di durata dell’esperienza varia da 5 a 10 giorni, in base alle possibilità e alle esigenze dei giovani ospiti

-  Ai partecipanti non è chiesto nessun contributo economico; chi vuole e può, lascia liberamente quello che può.


 

Segnaliamo anche un articolo apparso su "Avvenire" del 31 agosto 2024: 

Cosa insegna il progetto «Betania dei cercatori»

 

[1] I dati sono tratti dalle indagini dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo