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Riflessioni sull'Eucarestia

P. Cesare Falletti O. Cist. - 17/01/2005

L'Eucarestia è il nostro cammino insieme verso il Regno, cammino di Chiesa e cammino col Cristo. Cammino verso l'Eucarestia che è porta del Regno, cammino dalla delusione alla Speranza perchè‚ il Cristo è risorto, cammino di dialogo con Dio che conduce alla pace con Lui e i fratelli. L'Eucarestia è dunque viatico, pane per il cammino, compagno di viaggio ed insieme viaggio; perché‚ è il Dio con noi fino alla fine del mondo, come ci assicura la promessa del Risorto. Ma non è solo viaggio verso, è anche méta già raggiunta, segno del nostro essere già nel compimento, anche se non ancora i nostri sensi lo percepiscono. Come ogni sacramento, pur essendo una misericordia per la nostra sensibilità, è anche un dono avvolto nel mistero: è grande il mistero della fede! E, come dicevano gli antichi, bisogna avvicinarsi tremando. L'amore per l'Eucarestia non deve permetterci una disinvoltura inopportuna e ingiusta.
Il timore nell'avvicinarsi al grande mistero non è distanza, sospetto o timidezza, non è paura che ci allontana o ci raffredda, ma è verità: siamo chiamati a qualcosa che è infinitamente più grande di noi, che è pura grazia e solo grazie alla misericordia infinita possiamo avvicinarci con audacia (parresia) al sacramento. E nello stesso tempo non possiamo dimenticare che è il sacramento, la realtà, il grande avvenimento, del Dio trascendente nelle nostre mani! Grande è il mistero della fede e verso di esso avanziamo recandoci verso l'assemblea, la riunione, in un synodos che piano piano ci raccoglie tutti come fratelli in una sola casa, intorno alla mensa dello stesso Padre.
Così come per ogni Eucarestia c'è un cammino per avvicinarsi alla chiesa, e in ogni Eucarestia c'è il momento penitenziale all'inizio: tutto è per toglierci di dosso tutto ciò che ci separa - "anatema" - da Dio e dai fratelli. I gesti fisici di avvicinamento sono accompagnati da un cammino interiore; questo andare verso uno stesso punto e insieme si crea un'unità importante. Troppo spesso sottovalutiamo questi segni esteriori che sono attivi e lavorano in favore della vita spirituale. Come dice la Didaké , parlando dei grani dispersi sui colli e raccolti per fare un Pane unico, così la convergenza verso la chiesa e verso l'unico altare lavora in favore dell'unità dei cristiani, unità non solo giuridica, ma soprattutto di fede e di cuore. Di questo dobbiamo anche tener conto quando pensiamo all'importanza della Messa domenicale. In ogni caso nell'Eucarestia ci rendiamo chiaramente conto che unità col Cristo e con i fratelli sono una sola cosa e che quel Pane posto sull'altare e che si irraggia, dandosi, su tutti è sorgente e culmine anche di tutto lo sforzo, la fatica dell'uomo per vivere da fratello con i suoi consimili, oltre che culmine e sorgente di tutta la vita di preghiera, cioè dello stare e avanzare verso la presenza del Dio vivificante. Cammino dunque che ci fa convergere verso un'unità, che insieme a tutti i nostri sforzi è anche misericordia e perdono, perché la divisione è peccato.
L'Eucarestia comincia, dunque, con un cammino spirituale e fisico che ci raduna in assemblea, in comunione fraterna, grazie all'attrazione dell'Eucarestia stessa. Ma già in questa fase, che sembra solamente preparatoria, siamo avvolti nel mistero dell'epiclesi e della discesa dello Spirito che ci conduce, magari attraverso il deserto e le tentazioni, verso la Pasqua che celebriamo per fare di noi una Pasqua.
L'opera dello Spirito prima ancora di darci il Pane vivo dell'altare, è quella di unirci e purificarci e lavarci (bagnarci) perché noi stessi diventiamo un pane unico, ben impastato e pronto ad essere offerto. Lo Spirito ci dà la Parola, attraverso il servizio fedele della Chiesa. Questa, che ha invocato lo Spirito del perdono per riunire dei figli viventi in un sol cuore e un'anima sola, spinta dallo stesso Spirito ci dà la Parola, che ascoltiamo per diventare, uniti alla Parola Incarnata, noi stessi il pane dell'offerta gradita al Padre. E' il mistero dell'Annunciazione che si rinnova continuamente: la Figlia di Sion in preghiera accoglie la Parola perchè in lei e con lei questa diventi Eucarestia, unione fra il Verbo e l'umanità. Ogni momento è dunque dinamico, cammino e incontro, passaggio pasquale verso la vita. Come in Maria, terra e cielo sono uniti in una sola adorazione del Padre.
Nell'Eucarestia tutto è uno: l'Eterno Creatore e le Creature contingenti, il cielo e la terra, gli esseri visibili e gli invisibili; tutto confluisce in un'unità che è gloria di Dio e vita degli uomini. I cinque sensi si uniscono all'intelletto e al cuore, la bellezza artistica alla purezza del cuore, il gesto significativo all'intuizione e alla proclamazione della verità, il peccato, gli angeli, i vivi e i morti; l'Eucarestia è la grande presenza, non solo silenziosa di Dio che si dà all'uomo, ma di tutta la creazione davanti al Creatore. L'Agnello che toglie il peccato del mondo lo porta nell'Eucarestia: per distruggerlo nell'atto unico e sempre presente della distruzione della propria carne e nella sua glorificazione.
L'ascolto di Maria ha permesso l'incarnazione del Verbo, opera dello Spirito, l'ascolto della Parola e l'offerta della terra ci introduce nei misteri. Il Corpo glorificato dalla Pasqua del Verbo, morto per amore per noi e risorto in questo stesso amore è presente; non solo ci riunisce, ma ci porta al Padre, portando via il peccato, cioè distruggendo il muro che ci separava dalla vita. L'Eucarestia è un fuoco più ardente della fiamma della spada dei cherubini messi alla porta dell'Eden, e la distrugge, perchè l'Amore è la giustizia di Dio, ed è più forte della giustizia a cui possiamo arrivare con il nostro senso della misura delle cose. A questo fuoco ci uniamo, perchè lui stesso si pone sulle nostre mani e sulle nostre labbra, e nel mistero diventiamo noi stessi fuoco, capaci di comunicare in modo nuovo con quanti contattiamo. Diventiamo teofori molto al di là delle nostre capacità. Non siamo più noi che agiamo e viviamo e che gli altri incontrano, ma in noi vive e opera l'incandescenza della divinità che vuole darsi. E' ben poco pensare che Dio si è dato a me e che ora posso vivere in grande intimità con lui. Perchè divento portatore di un mistero di presenza divina che trabocca dai miei limiti e si versa sul mondo intero. Il "sinodo" intrapreso coi fratelli diventa fuoco avvolgente l'umanità intera. Nella comunione non succede nulla di meno; e tutti i miei limiti non possono impedire alla violenza dell'amore divino di versarsi come una cascata ben più potente del Niagara. E' ciò che è successo nella Risurrezione del Corpo di Gesù, che ha trasfigurato tutta la creazione. "Andate...insegnate...Io sono con voi tutti i giorni": questa parola pasquale è l'invio della Chiesa verso la missione, è una parola che ci abita, che ci dà il nostro volto, il senso della nostra esistenza, la vera dimensione della nostra personalità. Ci lancia ben al di là di quanto vorremmo fare o vivere, strappandoci dalle nostre paure e timidezze.
Sappiamo che l'Eucarestia che rimane in mezzo a noi, ci è data da adorare, ma non per restare passivi e semiaddormentati o lagnosi davanti ad essa, ma per portarci velocissimamente nel cuore del mondo dove Dio agisce, attraverso la nostra opera e ancor più vastamente attraverso la nostra preghiera. Stare lì, in adorazione, è una missione immensa, un viaggio che ci porta lontano dal nostro comodo, dalle nostre sicurezze personali. Ci pone nel cuore del fuoco che coinvolge nella sua dinamica tutto ciò che incontra. Adorare l'Eucarestia è vivere la missione del Cristo, Pane spezzato per la salvezza del mondo; non si può stare con Lui senza andare con Lui. Qualche parola sull'Eucarestia, solo piccole piste su cui vorrei lanciarvi, senza certo voler esaurire il trattato o spiegare cosa è o succede. Anzi vorrei che foste ancor più coscienti che è un mistero in cui dobbiamo immergerci pieni di gioioso stupore.