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A Dio, non a sé, attribuire il bene di cui ci si riconosce capaci. RB 4,42

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Cistercense
Dominus Tecum

Professione solenne di fr. M. Amedeo

Omelia - 01/07/2006

Fratel Amedeo,
cari fratelli e sorelle,
la liturgia della professione è già una predica in se stessa. Sotto il velo dei simboli ci è svelato il grande mistero dell'amore di Dio: benedizione per ogni essere umano, fonte di vita per il fedele mediante il battesimo, dono dello Spirito Santo che fa crescere la comunità.

La nostra vocazione, radicata nel battesimo, consiste nel tender con costanza e fermezza a quell'amore di Dio e del prossimo che, divenuto perfetto, scaccia il timore. "Ti loderò, Signore, Dio mio, con tutto il cuore e darò gloria al tuo nome sempre, perché grande con me è la tua misericordia" . È quello che dice il Signore nel Vangelo: "Dobbiamo diventare come bambini". Il bambino è l'immagine dell'essere umano che vive senza timore. Leggiamo nel salmo 131: " Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l'anima mia". Dalla regola sappiamo che questo bambino è simbolo dell'umiltà, vera trasformazione dell'uomo interiore secondo i diversi gradini d'umiltà e di disciplina che la chiamata divina ha disposto per noi. È nella vera umiltà, seguendo il Cristo che si è fatto visibilmente mite e umile di cuore per noi, che cammineremo sotto la guida del Vangelo, lontano da ogni timore.

Fratel Amedeo, per questa strada dovrai muovere i tuoi passi. Avrai la tua sicurezza non in te stesso ma nella benedizione che scende dalla Santissima Trinità: Padre di misericordia, Figlio unica via per arrivare al Padre, Spirito Santo sapienza che ci da stabilità, conversione di vita ed obbedienza.

Come dice San Bernardo: " É la carità, il cibo buono che, stando al centro del banchetto di Salomone, ristora gli affamati, ricrea i convitati con l'odore delle diverse virtù". Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, sotto il velo della nostra debolezza. Questo può essere un altro significato dell'immagine del bambino. Benché il Cristo abiti per la fede nei nostri cuori, non essendo ancora il tempo della chiara visione, camminiamo sempre nell'ombra dell'umile fatica quotidiana. Come bambini non possiamo misurare il dono di Dio né con i nostri sentimenti, né con le nostre capacità di esprimere. Ma è proprio a questi bambini spirituali che è promesso il Regno dei Cieli. Sono loro che sono in grado di comprendere, con tutti i santi, quale sia l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, e di conoscere l'amore di Cristo.

Cos'è l'ampiezza? Secondo San Bernardo è la carità. Come potrebbe avere anch'essa dei confini in Dio, che non ha mai odiato nulla di ciò che ha fatto? Rivestito di Cristo, che ha voluto per amore rivestire la nostra carne mortale, conoscerai il Suo Amore che sorpassa ogni conoscenza e scoprirai in ogni limite umano un motivo per riposarti in quest'ampiezza.

Che cos'è la lunghezza, si chiede ancora il Santo? È l'eternità che non ha limiti né di spazio, né di tempo. Questa lunghezza è il modello del ritmo della preghiera monastica, che, poco a poco, ammorbidisce i nostri cuori per farci gustare quanto è buono e soave il Signore.

E l'altezza e la profondità? È Dio che, sotto un aspetto è al di la di ogni cosa, sotto un altro è dentro ogni cosa. Tutte e due le gusterai nell'estasi della carità fraterna che ti farà uscire da te stesso e al tempo stesso ritornare al cuore. Chiediamo al Signore che allarghi il tuo cuore per abbracciare il mondo.