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Dominus Tecum

Lettera di S.Paolo ai Filippesi XV

Omelie al Capitolo della comunità per la Quaresima - 02/04/2009

filippesi 2, 2

"rendete piena la mia gioia con l’unione dei vostri spiriti, con la stessa carità, con i medesimi sentimenti."

I tre versetti che seguono ci fanno ricordare il capitolo 72 della nostra Regola e molti altri passi della Regola di san Benedetto, anche se questa non li cita mai. Lo spirito però è quello e certo san Benedetto li conosceva bene, perché sono prescrizioni utili per una vita comunitaria. Paolo apre il suo discorso con un versetto che ho già citato: “rendete piena la mia gioia”: non è solamente qualcosa di affettivo (fate contenta la mamma e non litigate!) ma si comprende qui che parla del cuore di Cristo che abita e vive in lui. É la missione di Gesù, ricevuta dal Padre: raccogliere gli uomini nell'unità della fede e della carità. Nella preghiera sacerdotale (Gv 17, 13) Gesù vuole che la Parola che ha lasciato ai discepoli comunichi loro la pienezza della gioia, perché la Parola li unisce al Padre e li mette in comunione con Lui glorificato. Gesù sta per assentarsi, ma la Sua Parola rimane presente dando ai discepoli la pienezza della gioia della Sua presenza. Anche Giovanni Battista parla di pienezza di gioia; proprio nel momento in cui lui sta per scomparire (diminuire), Gesù mostra la sua presenza (Gv 3, 29).
Qui Paolo parla del suo esserci e non esserci, desiderio di continuare a servire i filippesi e rischio della sua morte. Ma la pienezza delle gioia, sempre data dalla presenza di Gesù, non è data qui dalla Parola, ma dalla carità fraterna dei cristiani. Questo è il secondo modo di presenza di Gesù. La dove due o tre sono riuniti, non come cani e gatti, ma nella Sua Parola, nel Suo nome, nell'obbedienza al Suo comandamento, là Egli è presente. E con Lui il Padre e lo Spirito Santo. É ciò che dice all'ultima cena: “chi mi ama osserva la mia Parola, mio Padre l'amerà e verremo e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14, 23).
In questo contesto possiamo capire la richiesta di Paolo di rendere piena la sua gioia. In un clima di carità fraterna, che Paolo sta per descrivere, Gesù è vivo e presente e questa Sua presenza renderà piena la gioia di Paolo che vedrà vivere il frutto delle sue fatiche apostoliche.
La sorgente della gioia e della carità la descrive con un alternarsi di cose positive e negative, che, tutte, girano intorno ai due poli fondamentali: la carità e l'umiltà. Su questo troviamo totalmente lo Spirito di Benedetto che in filigrana parla sempre di queste due cose.
Paolo comincia con tre cose positive: l'unità degli spiriti, che è andare d'accordo, cercare le stesse cose, avere uno sguardo centrato sullo stesso oggetto, che non può essere altro che Cristo stesso. Infatti l'unità viene da questo andare insieme verso uno stesso punto, non con cammini paralleli ma convergenti.
La seconda cosa è uno stesso amore che dona una stessa anima: è un altro modo di parlare di concordia di cui in un certo senso aveva già parlato nel primo punto.
E il terzo è: cercando le stesse cose, avendo i medesimi sentimenti. Sono dunque tre modi di parlare di unità.